Comunicare il cibo, cambiando la prospettiva.

De Les Feux de l'Amour - Le site Wik'Y&R du projet Y&R.

Il ruolo principale della comunicazione era quello di far conoscere il prodotto che una azienda produceva. Con il tempo quel ruolo si è modificato diventando più strumento di plagio e di induzione di bisogni. Con il tempo però si sta sempre più assistendo a un risveglio del consumatore, a una presa di coscienza “del peso delle proprie scelte”, a una maggiore consapevolezza e conseguente rifiuto dei messaggi di una comunicazione “ingannevole”.

Per questo le vecchie tecniche di comunicazione diventano sempre più inutili e devono subire una trasformazione, un evoluzione, occorre un cambio reale di prospettiva e di proposta. Deve finire l’comunicazione aziendale arezzo ostinata lotta alla caccia del nuovo cliente, o realisticamente, visto che poi le aziende vogliono ampliare il proprio parco clienti, si deve cominciare a comprendere che questo punto non può essere l’unico obiettivo della comunicazione.

Il consumatore oggi è più consapevole del peso delle sue scelte. Se è quindi vero che la comunicazione viaggia ancora su canali persuasivi, talvolta anche funzionanti, si vedano le attuali campagne, ad esempio, della birra sia Italiane che estere, è indubbiamente il momento di creare un percorso parallelo che parli a questi nuovi consumatori consapevoli.

Un aspetto fondamentale è anche quello relativo alle politiche, alla progettazione ed al miglioramento dei prodotti da parte delle aziende tramite investimenti in ricerca e conformità nonché certificazione a standard relativi a lla Sicurezza ed Igiene alimentare, tracciabilità, alle performance Ambientali, etiche sostenibili,…

Personalmente ritengo indispensabili i seguenti punti per realizzare una comunicazione efficace e vincente nel settore food:

   Un piano di comunicazione organico e integrato con il piano marketing ed operativo dell’azienda.

Chi comunica deve conoscere come “funziona” l’azienda, quali sono le fasi di produzione, le criticità, i plus, le materie prime utilizzate, da dove vengono, chi le lavora, con quali macchinari ect. Discorso che può far esclamare: è ovvio! Purtroppo nella pratica non accade questo, i vari organismi dell’azienda, lavorano separatamente e cmq se anche lavorano insieme non accade quasi mai in maniera continuativa.

   La comunicazione deve essere coordinata e programmata nel tempo:

ovvio anche questo, ma nella realtà la comunicazione food viene realizzata a spot estemporanei, che tengono presente non tanto l’identità dell’azienda e del prodotto ma il fine per cui la comunicazione viene pensata e realizzata. Se si pensa al recente evento di Expo Italia, si potrà ricordare come tutta la comunicazione fosse indirizzata al tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita!” e, se si è analizzata in maniera approfondita la questione, si dovrà ammettere che spesso l’identità aziendale o del prodotto era molto penalizzata, alcune volte addirittura incastrata e schiacciata nel tema principale.

Come realizzo le mie immagini seguendo le linee guide precedenti?

Quando sviluppo un progetto le immagini hanno un ruolo fondamentale, che si tratti di fotografie o video. Il mio approccio fotografico e narrativo si sviluppa su tutti i punti precedentemente elencati, e si evolve ampliando il panorama percettivo attraverso una tecnica che chiamo “sensoriale”, dagli studi che ho fatto sul marketing classico sensoriale, ovviamente anche qui, ribaltando il concetto: non cerco di stimolare i sensi dell’eventuale cliente ma con delle tecniche, testate negli anni, stimolo i miei per creare fotografie “ritratto” del prodotto, luogo, servizio, azienda, che sto fotografando e che partono dalle emozioni che vivo.